Una parola forte – Omelia don Pietro Margini

Omelia Mercoledì delle Ceneri

Una parola forte

Gl 2,12-18; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6. 16-18

Cominciamo la quaresima con grande fede, con grande vivacità di spirito, sapendo come è prezioso questo tempo, come contiene una grazia speciale per le nostre anime, una grazia di amore e di risurrezione. Il Signore, sempre pietoso, vuole dare alla nostra anima la certezza del cammino, vuole dare alle nostre anime la spinta perché non affondino nel peccato e nella mediocrità. 

Cominciamo, dunque, la quaresima con una parola forte, la parola «morte». La Chiesa, infatti, vuole che meditiamo sulle ceneri, che sono il resto di una cosa che era viva; la Chiesa vuole che meditiamo sulle parole che Dio disse ad Adamo: “Tu sei polvere e in polvere ritornerai”. Meditiamo su quella grande disgrazia che è il peccato grave, quello che dà la più terribile delle morti: la morte dell’anima. Si chiama «mortale» perché ci priva della grazia e ci lascia squallidi nella nostra povertà di peccatori. Dobbiamo pensare proprio ad un paragone: come la morte del corpo distrugge, paralizza, rende insensibili, così è la morte dell’anima quando ammette il peccato.

È la prima, la sostanziale posizione della nostra conversione: non ammettere mai questa morte spirituale. Mai. Un peccato mortale non si può fare neanche per la più prestigiosa di tutte le cose di questo mondo; il peccato mortale non si può mai fare. È una terribile ingratitudine.

E basta che guardiamo al Crocefisso – e in questa quaresima ci proponiamo di guardarlo intensamente – per capire che cosa ha dovuto soffrire e che cosa ha dovuto subire il Figlio di Dio per toglierci il peccato. Il peccato è una terribile disgrazia sulla quale dobbiamo spesso e intensamente meditare pensando proprio che questo amore è ancora aperto per tutti noi.

Il Signore dalla croce ci abbraccia, il Signore dalla croce ci chiama, il Signore dalla croce ci assicura il suo aiuto per vivere intensamente la vita.

Il Signore dalla croce ci abbraccia, il Signore dalla croce ci chiama, il Signore dalla croce ci assicura il suo aiuto per vivere intensamente la vita. E se pensiamo alla nostra morte fisica dobbiamo sentire il peso di tutte le vanità: tutto scompare, tutto! Possiamo adoperare il tempo per peccare, sciupando le grazie di Dio, respingendo la sua meravigliosa costanza di richiamo?

Oh, diamoci al Signore! Diamoci al Signore ricordando le parole dell’apostolo san Paolo: “Quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocefisso se stessi e le loro passioni”. Hanno crocefisso: cioè questa mortificazione ci deve portare ad una vittoria sulle nostre passioni cattive, ci deve portare ad una vittoria sui nostri istinti sbagliati, sul nostro egoismo, sul nostro orgoglio. 

Amare di più gli altri, soccorrere chi ha bisogno, avere l’intelligenza della carità. Oh, sì, davanti a Dio stasera riconosciamo i nostri limiti, le nostre miserie e diciamo: «Signore, noi dobbiamo dire sul serio: vogliamo una quaresima che sia una continua resurrezione ed ascensione per il tuo amore».

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