Omelia Festa Trinità – ANNO C, don Pietro Margini

Omelia Santissima Trinità. Accompagnati  dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.

Pro 8, 22-31; Rm 5, 1-5; Gv 16, 12-15

 Dall’Eucarestia alla Trinità: è l’itinerario logico, è l’itinerario forte, è l’itinerario entusiasmante!

Noi siamo chiamati, per la nostra celebrazione eucaristica, a salire alla contemplazione della Trinità: una contemplazione di fede e di amore, una contemplazione di riconoscenza e di gaudio, una contemplazione che è da pellegrini su questa terra ma accresciamo in noi la speranza di vederla faccia a faccia l’adorabile Trinità! Faccia a faccia!

E tutta la nostra eternità e tutta la nostra pace e tutta la nostra unità sarà in questa visione, una visione che già muove tutto il nostro essere, acuisce tutto il nostro desiderio. E siamo su questa terra d’esilio, ecco perché la contemplazione deve portarci a un obbedienza totale.

Che cosa conta la volontà di Dio, che cosa vale quello che facciamo per Iddio, che cos’è la vera sostanza delle cose?

Quello che facciamo per la gloria di Dio, tutto il resto non conta! “Vanità delle vanità, tutto è vanità” (Qo 1, 2) fuorché amare Dio nella sua Trinità e servire a lui solo (cfr. Imitazione di Cristo I, 1, 3).

Ecco che in Gesù Eucarestia abbiamo capito cosa vuol dire ubbidire a Dio, cosa vuol dire servirlo. In Gesù Eucarestia noi vediamo l’umiltà, vediamo il sacrificio. La Messa è rinnovazione del sacrificio della croce: vediamo che cosa è costato a Cristo fare la volontà del Padre. Tutta la vita di Gesù, tutto il suo cibo, come lui stesso dirà, è nell’ordine di questa volontà. Il fine di tutto è la gloria della Trinità e la preghiera più completa è il “Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo”: per Cristo, con Cristo e in Cristo!

Sì, il frutto del nostro Congresso eucaristico lo vedo particolarmente qui, che vuol dire in parole povere, vuol dire fuggire il peccato, ogni peccato, vuol dire detestare tutto quello che è contro Dio, vuol dire amare con tutte le forze ciò che piace a Dio perché la vita ci è data non per fare quello che piace a noi, ma quello che piace a Dio.

E se noi a Dio preferiamo un attimo di piacere, se a quello che vuole Dio preferiamo il nostro egoismo, noi siamo fuori strada, noi possiamo fare anche le cose che attirano maggiormente l’attenzione e il plauso ma non contano. Conta quello che facciamo per Iddio e al tramonto della vita le somme sono qui: non le chiacchiere, non le vanità di cui ci siamo gloriati, non le cose che hanno mosso il nostro senso di piacere, no, vale solo quello che facciamo per Iddio.

Contemplarlo nella sua grandezza, contemplarlo nella sua bontà! Ed ecco che l’obbedienza si traduce non in un servizio da schiavi ma si traduce in una libera scelta di figli, perché nel mistero della Trinità Dio non solo si è svelato come il sommo Signore ma come il Padre amabile, il Padre di ogni misericordia, il Padre che cerca la pecorella smarrita, il Padre che ama tutti gli uomini e che vuole che tutti gli uomini tra di loro vadano d’accordo e uniscano i loro animi e i loro cuori.

Il Padre, il Padre soavissimo, il Padre che per noi ha dato tanto ha fatto sì di consegnare alla morte il suo Figlio unigenito!

Il mistero della Trinità, arriviamo proprio qui: Dio è verità, Dio è amore, un amore meraviglioso e grande, un amore che non riusciamo nemmeno a immaginare oltre che descrivere. È l’oceano della verità ed è l’oceano dell’amore. E siamo invitati a tenere le nostre linee, le linee che ci ha insegnato Gesù: conoscere il Padre e amarlo. E nell’Eucarestia noi abbiamo capito perché resta Gesù, perché resta su ogni nostro altare, perché resta oggetto di tanta indifferenza, perché resta e va anche nel cuore dei sacrileghi: Gesù resta nell’Eucarestia per amore al Padre e per amore a noi. Tutta l’Eucarestia è amore, bruciante amore!

Ecco allora, la nostra comunità quale profitto ricaverà dal Congresso eucaristico? Nel seguire con amore il Signore, nell’accrescerci nell’amore, nel capire che solo con l’Eucarestia riusciamo a capire la Trinità e ad amarla. Il frutto sarà qui, il frutto di ogni anima, il frutto di ogni gruppo, il frutto di tutta la comunità parrocchiale.

Voglia la Beata Vergine guidarci perché possiamo essere lode vera, perché possiamo essere lode di gloria, perché possiamo veramente eseguire il nostro compito, il compito di adorare, di amare la Santissima Trinità per restare faccia a faccia con lei per tutta l’eternità.

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