Omelia XV Domenica del Tempo Ordinario – ANNO C, don Pietro Margini

Omelia XV Domenica del Tempo Ordinario. Accompagnati  dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.

Dt 30, 10-14; Col 1, 15-20; Lc 10,25-37.

La parola di Gesù che abbiamo ascoltato è una pagina delle pagine più note. La conosciamo tutti ma purtroppo è una di quelle meno tradotte e meno osservate perché  il Signore ci ha insegnato ad amare gli altri di un amore vero e autentico e noi facciamo fatica e non comprendiamo che in tanto siamo cristiani in quanto amiamo Dio e il prossimo.

Perché l’amore del prossimo non si può ridurre a belle parole e in propositi eleganti. Perché la Parola di Dio va tradotta nel concreto: dobbiamo amare il prossimo con un amore che sia simile all’amore di Dio, che sia simile all’amore del Cristo.

Gesù, avete sentito, ci ha insegnato che la dimostrazione di un’autenticità di amore è proprio lì, nel fare delle cose che costano, delle cose scomode: se amiamo il prossimo quando è comodo, il nostro amore è molto povero.

Dobbiamo amare il prossimo quando è scomodo, quando costa, quando è servizio pesante e duro!

Nella parabola raccontata da Gesù ci sono degli uomini che dovevano essere di chiaro esempio e che invece tirano dritto; avranno detto: “Aspetta … Proprio a me quell’uomo lì malmesso? Mi sporco i vestiti se lo prendo su! Quell’uomo lì è malmesso e dai vestiti sembra proprio nemico degli Ebrei: vuoi che faccia tanta fatica per lui?” e ha tirato dritto sia il sacerdote, custode della legge, sia il levita, suo aiutante.

Il Signore ha detto che chi non ama il prossimo non può entrare nella vita eterna: perché si entra nella vita eterna, si realizza noi stessi, si contribuisce al bene se si scende così in una testimonianza vera. Amare Dio e in Lui amare gli altri!

Non pensiamo alle cose grandi: pensiamo alla nostra vita di tutti i giorni, pensiamo alla pazienza, alla bontà, al perdono, all’aiuto e alla comprensione. Pensiamo a questo. Pensiamolo davvero e vogliamo essere davvero gli uni per gli altri dei fratelli. Uniti all’altro indipendentemente dai difetti che ha. Quante ragioni potremmo trovare per esentarci.

Cerchiamo di essere buoni, molto buoni e non temiamo di esagerare perché la vera carità non conosce limite: pazienza, sensibilità, umiltà, tanta, tanta umiltà ci vuole se vogliamo davvero metterci ad aiutare gli altri in quello che si dice «servizio», anche se la parola è abusata.

Cerchiamo di essere pronti, generosi e umili. Riconosciamo Gesù in chi ha bisogno di noi: tutti aspettano la carità.

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