Omelia XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B, don Pietro Margini

Omelia XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. Accompagnati  dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.

(Dt 2,2-6; Sal 17; Eb 7, 23-28; Mc 12,28-34)

 

Dall’amore di Dio dipende tutta la nostra vita, tutta la nostra eternità. Dipende dall’amore e non c’è nulla più bello di amare Dio e di servirlo, perché l’amore si esprime, si manifesta nel servizio. Dio non si ama a parole: Dio si ama con i fatti e la prova dell’amore sta proprio nell’osservanza dei Comandamenti, nell’osservare con fede, con esattezza, fino in fondo, i suoi Comandamenti.

Ma come suscitare in noi l’amore di Dio?

Qui dobbiamo ricordare ancora una volta come tutto viene da Lui, come l’amore nostro è un dono suo, perché non si tratta di un amore qualsiasi: si tratta di un amore proprio dei figli di Dio, un amore soprannaturale. Noi dobbiamo amare Dio con lo stesso cuore di Gesù: noi dobbiamo amare Dio ponendo in questo tutta la nostra fede

E sta qui il gioco della nostra libertà: quando acconsentiamo con fede al piano di Dio e accogliamo la sua parola scende in noi lo Spirito Santo, che è lo stesso amore increato; scende lo Spirito Santo e ci insegna, ci insegna a pregare, ci insegna a indirizzare la vita come proprio dei figli di Dio, ci insegna insomma a fare la volontà del Padre con un’intensa carità.

Ecco allora la nostra disponibilità all’opera dello Spirito Santo. Dobbiamo scoprire in Lui come Dio è amore, come il valore più grande è capire che Dio ci ama, come dobbiamo restare ammirati ed entusiasti di questo amore che Dio ci porta. Dio, l’infinito, ci ama come suoi figli, ci ama infinitamente. Dio ci ama anche se siamo poveri, poveri nella nostra vita, poveri nei nostri sentimenti. Dio ci ama perciò anche se siamo peccatori. Dio ci insegue per farci comprendere sempre di più il suo amore. Dio ci insegue per afferrarci nel turbine (è il profeta che parla così) “nel turbine del suo amore”. Oh sì, possiamo amare Dio se comprendiamo che Dio ci ama, possiamo amare Dio se comprendiamo la sua carità, che “Dio ha amato così il mondo da mandare il suo figlio unigenito, perché chiunque creda in Lui abbiamo la vita eterna” (Gv 3, 16). Dio ci ama, ci ama personalmente. Non ci ama di un amore generico, non ci ama come massa: ci ama come popolo e come persona, ci ama e ci ha dato il suo Figlio, ci ha dato il suo Figlio e ha voluto che morisse in mezzo ai tormenti proprio perché ci voleva riscattare. L’amore di Dio è stato dunque meraviglioso e come dice la prima lettura: “Oggi”! (Dt 6, 6). Oggi ci ama e oggi lo dobbiamo amare. Oggi ci ama, ci ama di un amore tutto particolare: ha una provvidenza speciale per ognuno di noi, ha un disegno di salvezza, ha un disegno meraviglioso per condurci nella sua casa.

Lasciarci dunque prendere da questo amore e corrispondere, corrispondere nella sincerità e nella completezza del nostro dovere: capire che non possiamo fare nulla di più grande per la nostra felicità che amare Dio, corrispondere al suo disegno di amore. Non possiamo fare nulla di più per il nostro bene di oggi e di domani e dell’eternità che lasciarci investire da questo amore.

Oh sì, impegniamoci fino in fondo perché la nostra vita sia retta e coerente, perché la nostra vita sappia superare le difficoltà e i sacrifici. Ci lamentiamo tante volte dei sacrifici che richiede la legge di Dio ma se ci pensiamo bene sono poca cosa, è una piccola cosa che offriamo. Se pensiamo a questo amore, il nostro entusiasmo supererà agevolmente tutto, sarà veramente costruttivo, sarà veramente pieno nelle sue opere e allora capiremo insieme a questo Comandamento il secondo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12, 31), perché i due Comandamenti sono l’unico comandamento e la dimostrazione pratica del nostro amore a Dio è nel capire e nell’amare gli altri.

Impegniamoci dunque perché sia veramente piena la nostra vita, piena della cosa più grande e più feconda che è l’amore.

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