Lettera di don Luca Ferrari “Come vivere questo tempo quaresimale?”

Carissimi amici,

il cammino quaresimale che abbiamo intrapreso ci ha condotto e ci coinvolge in un imprevisto quanto eccezionale “deserto”. Siamo tutti frastornati, come chiunque si avventura in un territorio inesplorato.

Viviamo in questi giorni un’esperienza che già hanno conosciuto tante generazioni prima di noi, ma le caratteristiche della epidemia aggressiva quanto impalpabile che ci colpisce, avviene in condizioni storicamente inedite. Mai prima d’ora era così estesa la mobilità su scala planetaria e la comunicazione in tempo reale di informazioni obbliga tutti a nuovi paradigmi di responsabilità per noi stessi e verso i fratelli.

La grande opportunità di questa situazione è costituita dalla contemporanea esperienza del limite e della fragilità della nostra vita. Progressivamente, infatti, si sono create tante sacche di solitudine nelle persone che sperimentano l’incomunicabilità della propria sofferenza. L’indifferenza generale, i ritmi di lavoro e di svago, l’individualismo diffuso offendono spesso chi è nella prova. Si vive come si fosse immortali, per trovarsi indifesi di fronte alle domande di senso e di vita quando si è colpiti da qualunque tragedia. Questa volta, invece, siamo tutti contemporaneamente più coscienti e solidali.

Alle numerose restrizioni che ci colpiscono nelle nostre attività lavorative e professionali, culturali e relazionali si aggiungono quelle, davvero inedite, che riguardano le celebrazioni liturgiche. In tanti hanno commentato con sgomento le direttive ricevute da specialisti e da responsabili civili e religiosi. L’Eucaristia quotidiana, e particolarmente quella festiva, sono sempre state per noi facilmente disponibili ad orari e distanze accessibili. Mi ha scritto un’amica: “Mai la scelta del film degli esercizi (Dio ha bisogno degli uomini) fu così profetica! Davvero la presenza del Signore attraverso i sacramenti è solo suo dono!”.

Al contempo, questa nuova situazione ci offre nuove opportunità di condivisione. Sperimentare personalmente cosa significa la mancanza della partecipazione all’Eucaristia ci rende solidali con il desiderio di tanti fratelli a cui questo bene è offerto solo raramente. Siamo più consapevoli della necessità di intercedere dal Signore il dono di nuove vocazioni sacerdotali e di operare perché la sua chiamata trovi in tanti giovani un terreno favorevole e generosamente disponibile.

Ma ancora: cosa ci chiede il Signore in particolare in questo tempo? Come vivere questo tempo quaresimale? La spiritualità e il cammino del nostro Movimento ci aiuta: siamo una famiglia.

  • Vi invito a vivere con docilità, intelligenza e intraprendenza questo tempo, cercando anzitutto di favorire la ricerca alla soluzione dell’epidemia, evitando inutili e dannose polemiche.
  • Accogliamo l’invito dei nostri vescovi a valorizzare un tempo di preghiera, di ascolto, di lettura e di fraternità assieme alle nostre famiglie e comunità. In particolare, ciò che vale nelle espressioni molteplici dell’amore coniugale è vero anche per la Famiglia di Dio che è la Chiesa: ci offre molte e diverse opportunità per sperimentare la sua presenza e la sua opera per noi e per tutti. Il sacramento della Riconciliazione, la meditazione personale e comunitaria della Parola di Dio, la liturgia delle ore, il rosario, sono tante luci che ci permettono di cogliere meglio e desiderare anche il dono immenso del sacramento dell’Eucaristia.
  • I mezzi di comunicazione: da tempo sono convinto che dobbiamo imparare ad utilizzare meglio gli strumenti che tutti abbiamo a disposizione. Siamo in tanti, in posti anche remoti. Il tempo potrebbe aumentare le distanze. È utile sperimentare in questo momento la possibilità di vivere “in presenza” anche se geograficamente lontani. È un’esperienza che può educarci a valorizzare gli incontri e determinati appuntamenti anche con chi vive più lontano. Già alcune comunità hanno avuto necessità, per periodi anche prolungati, di vivere l’incontro settimanale o momenti di preghiera con chi si trova lontano. La comunità sacerdotale, ad esempio, non rinuncia a vivere momenti di incontro e preghiera ogni lunedì anche con chi vive la sua missione nell’altro emisfero. È un’occasione che ci è data per camminare assieme: possiamo familiarizzare con l’uso degli strumenti che già i nostri ragazzi vivono come ordinari, e che anche per noi sarà sempre più normale. Anziché limitarsi a coglierne i rischi, dobbiamo valorizzare le grandi opportunità che ci offrono.
  • Per questa ragione credo che sia importante leggere i segni dei tempi e accogliere la necessità di una continua educazione. Ci sono mezzi che vengono utilizzati indistintamente per comunicazioni informali, per svago o per la preghiera. Sebbene essi non possano sostituire l’evento dell’incontro, quando decidiamo di pregare o di riunirci in assemblea, anche attraverso i mezzi di comunicazione, è necessario educarci a farlo con il contegno necessario, non in modo frettoloso o superficiale. Siamo “primitivi digitali”, ma la nostra coscienza e il confronto tra noi ci aiuterà ad accogliere anche nuove modalità nelle quali il Signore si fa presente in mezzo a noi. (cfr. Mt 18,20)

Il Vangelo della Trasfigurazione che ci accompagna durante quest’anno, in questa domenica rappresenta una sosta significativa a cui possiamo accedere da angolazioni originali.
Nella speranza di poter presto ritrovarci, auguro a tutti una santa Quaresima.

don Luca Ferrari

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