Benedizione della statua Maria Regina della famiglia – saluto di Marco Reggiani

Festa di fine anno associativo, 17 giugno 2023 – Benedizione della statua Maria Regina della famiglia

Introduzione

Benvenuti a tutti

La provvidenza intreccia i fili della storia, in modo da rendere le occasioni più ricche di quanto noi stessi ci saremmo aspettati.

Ci troviamo oggi a inaugurare una maestà che nobilita questo luogo, nella memoria del suo Cuore Immacolato, nel 50mo anniversario della stesura del testamento di don Pietro, che sappiamo quanto fosse devoto alla Vergine.

C’è anche un anniversario meno prezioso ma comunque significativo: vent’anni fa abbiamo fatto la prima festa del movimento in questo luogo, che era molto diverso da come lo vediamo oggi, e soprattutto molto meno abitato e frequentato di quanto non sia oggi. Sono ormai molto rari i giorni in cui qui non si vede nessuno: le vite di tante persone, soprattutto di tante famiglie, trovano qui occasione di incontro, di festa, di preghiera e di fraternità.

Ci è parso naturale quindi dedicare la maestà a Maria Regina della famiglia. E abbiamo scoperto un altro intreccio provvidenziale: questa litania è stata aggiunta alle litanie lauretane il 31 dicembre 1995, festa della Sacra Famiglia, su richiesta di San Giovanni Paolo II.

Ma qui sono cominciati anche i nostri piccoli problemi: essendo una litania recente, non esiste un’iconografia consolidata. Come fare?

Abbiamo provato a lavorare un po’ sull’idea che avremmo voluto esprimere – io stesso ho fatto uno schizzo… – e l’abbiamo sottoposta a uno scultore che nel frattempo (altro intreccio provvidenziale) abbiamo incontrato. Questo scultore è di Chiusdino, luogo che probabilmente alla maggior parte di voi non dice nulla. Ma Chiusdino è il paese di nascita di San Galgano, e qui probabilmente a molti verrà in mento l’abbazia cistercense senza il tetto, e forse ai più giovani la spada nella roccia dell’eremo, che il santo avrebbe piantato abbandonando una vita di battaglie e dissolutezze per diventare eremita.

È importante questo dettaglio perché lo scultore, che si chiama Michele Bruni, è immerso e circondato da richiami all’arte medioevale, e la sua opera come vedrete riflette questo clima.

Dopo la nostra richiesta ha fatto qualche ricerca presso amici e colleghi artisti, e poi un po’ sconsolato mi ha detto: “Guarda, senza un modello davanti, io non credo di riuscire a fare quello che mi chiedi”.

Stavo per rinunciare quando alcuni ragazzi del Movimento Giovani mi hanno consigliato di fare un disegno vero e proprio: “Chiedi all’Elena di fartelo!”. Detto e fatto, tempo due ore avevamo il disegno, lo abbiamo mostrato allo scultore che alla fine ha accettato e ha iniziato il lavoro, producendo prima una bozza e poi l’opera definitiva che tra poco vedremo. Per dirvi il soggetto: è un uomo molto sensibile, amante del bello e della pace, e quindi molto a disagio in un mondo che al contrario non manca di evidenziare e quasi sottolineare le sue brutture. E sebbene non sembri un assiduo frequentatore di banchi da chiesa, mi ha confessato: “Mentre la scolpivo ho proprio pregato: Madonnina pensaci tu!”

Nel frattempo, abbiamo affidato alla nostra cara amica, l’architetto Giacinta Dotti, il progetto di quest’area che, nonostante la sua semplicità ed essenzialità (o forse proprio per questo), ha richiesto tanto del suo tempo, del suo lavoro, della sua scrupolosità, e del suo amore per le cose belle. Gli amici di Kairos hanno diretto le maestranze e con l’aiuto di volontari abbiamo (quasi) terminato il lavoro. Dico quasi perché manca ancora la sistemazione del giardino e la piantumazione che verrà fatta a ottobre.

Possiamo dire a ragione che è un’opera comunitaria, e colgo l’occasione per ringraziare tutti quanti hanno lavorato e hanno contribuito al risultato finale.

Descrizione della statua

 

Che cos’è la regalità di Maria? Ce lo dice lei stessa con le sue parole: “Eccomi, sono la serva del Signore”.

La corona sul capo è solo un accenno simbolico perché la sua regalità deriva da altro: servire è regnare, amare è regnare.

Maria è una madre in movimento, al lavoro, nella cura della casa e nell’educazione di Gesù, che le si attacca al vestito quasi intralciandole il lavoro, come ogni bambino. Il luogo è la casa, richiamato dalla forma della maestà stessa.

I tratti di Gesù sono meno definiti: è ancora un bambino, sta crescendo in età, virtù e grazia, non è ancora entrato nel suo ruolo pubblico. Il suo sguardo è però rivolto alla giara che Maria sta portando, prefigurazione di quello che avverrà alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà”.

Nel Rosario che adesso reciteremo ringraziamo per l’anno intenso e ricco che abbiamo trascorso e le affidiamo tutte le intenzioni che in questi mesi sono arrivate e che abbiamo deposto ai suoi piedi.

Chiediamo l’intercessione di Maria Regina della famiglia, perché nelle famiglie non venga mai a mancare il vino buono dell’amore, della pace, della gioia, della fede, dell’accoglienza. E se dovesse venire a mancare…: “Fate quello che vi dirà”.

 

Prossimi appuntamenti

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