Omelia e ringraziamento finale nelle Esequie di Angelo Catellani- 25.02.2022
Omelia di don Tommaso Catellani
Desidero condividere alcuni pensieri che in queste settimane della malattia del papà ci hanno accompagnato.
Il primo è sulla sofferenza e sulla morte. È sempre difficile capire il perché del dolore, specialmente in una situazione come questa. Ci sentiamo spaesati e smarriti. Ci pare di vivere un incubo e aspettiamo solo di risvegliarci. Negli ultimi giorni, celebrando la messa in casa con papà, le parole che ho pronunciato tante volte “Mistero della fede”, guardando lui acquisivano un significato diverso. Il dolore è un mistero. Non riusciamo a capirlo. Sì, è un mistero, ma non un mistero soltanto. È un Mistero della fede. Nel Battesimo siamo stati associati alla vita di Cristo, così tanto che possiamo dire di non vivere più noi, ma è Cristo che vive in noi. Partecipiamo della sua stessa vita. Di tutta la sua vita, anche della Passione e della Croce. Il dolore è un mistero di fede, è il mistero della vita di Gesù che riempie ogni istante della nostra vita. Quando soffriamo, è Cristo che soffre in noi. Anche quando non capiamo il dolore, Gesù vive il nostro dubbio in noi, come lo ha vissuto nel Getsemani.
Questo mistero di fede non è solo fonte di consolazione. È associare la nostra vita a quella di Gesù. In questa unione, la nostra sofferenza, la nostra stessa morte diventa quella di Gesù, diventa fonte di salvezza. Nel nostro dolore sperimentiamo la salvezza nostra, dei nostri cari e del mondo intero. Questo significa essere sale e luce del mondo. Allora arriviamo a dire, in modo paradossale e scandaloso, che il dolore è una grazia. È dono di Dio poter soffrire unito a Cristo. È dono di Dio poter partecipare del Calvario di Gesù per sperimentare la sua immensa misericordia e la sua salvezza. È dono di Dio poter morire in Cristo per risorgere con lui a vita nuova.
Uniti a questi, un altro pensiero non ci ha mai abbandonato in queste settimane: grazie! Il papà lo ripeteva spesso: “abbiamo ricevuto tutto gratis”. Papà si sentiva profondamente benedetto. Era contento di tutto ciò che gli era stato donato in abbondanza. Con fiducia ha sempre accolto con umiltà e gratitudine i doni che il Signore ha posto nella sua vita. Con la stessa fiducia e abbandono, ha accolto la malattia e la morte. Questi giorni sono stati l’incarnazione di Giobbe: “Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?” Solo nell’esercizio quotidiano e fedele alla gratitudine possiamo riconoscere l’opera costante di Dio in noi. Solo imparando a dire ogni giorno “Grazie” per ogni piccola cosa, possiamo realmente vedere Dio. Solo allenandoci alla virtù della gratitudine Dio non sarà mai lontano da noi, perché i nostri occhi saranno abituati a vederlo. E non ci sarà notte o buio che possa spegnere la luce che è nella nostra vita.
Eucarestia significa rendimento di grazie. Proprio attorno a questo altare ringraziamo il Signore per il dono del papà. Ora chiediamo la sua intercessione, perché anche la nostra vita possa essere dono ricevuto e donato con pieno abbandono. Così sia.
Ringraziamento finale
Grazie, Signore, per i tuoi doni.
Grazie per il grande regalo che il papà è stato per noi, per come ha voluto bene alla mamma, perché ci ha dato la vita e la fede, perché ti ha amato con passione e umiltà.
Grazie perché è per noi un esempio di obbedienza docile alla tua volontà: giorno dopo giorno è rimasto fedele alla sua vocazione a partire dalle piccole cose.
Grazie per il suo esempio di gratuità nel servizio, spesso nascosto e per la sua grande forza di volontà anche in questi ultimi giorni.
Grazie perché ci ha fatto vedere come si può vivere con dignità la sofferenza e la morte.
Grazie per i tanti amici e parenti che ci hanno sempre voluto bene e in particolare in questi mesi hanno pregato per noi e ci hanno accompagnato con delicatezza e dolcezza.
Grazie per il dono dei fratelli e di poter camminare sempre insieme.
Grazie per la mamma, per la sua capacità di amare e di stare sotto la croce, per la sua dedizione al papà e perché lo ama con tutto il suo cuore. La affidiamo alla Madonna perché la custodisca nel tuo amore e nella tua letizia.
Papà, sei stato per noi un grandissimo regalo. Continua a rimanere accanto a noi, insieme ai nonni e a tutti i tuoi cari.