Giubileo 2025: mille e uno modi per viverlo! – don Antonio Marini

Il Pellegrinaggio è sempre stato per noi cristiani una metafora della vita, avendo questa un senso, una direzione da raggiungere.

Infatti, quando noi partiamo per un Pellegrinaggio lo facciamo sempre con il desiderio di raggiungere un traguardo. Così possiamo porci una domanda: qual è la meta del Pellegrinaggio?

Ad esempio, andando in pellegrinaggio a Roma, chiediamoci, la meta è Roma o l’incontro con i santi Pietro e Paolo? L’esempio, nella sua semplicità, ci permette però di capire come la meta non sia soltanto un luogo, ma è una relazione, una persona.

La consapevolezza di avere un obbiettivo da raggiungere è importante, altrimenti il sapore di quello che faccio svanisce; i sacrifici che si fanno perdono di senso, le gioie sono fini a se stesse. Invece, tutto ciò acquista di significato se vissuto con qualcuno o per qualcuno.

Ecco che ci riponiamo la domanda: qual è il traguardo della nostra vita? Da buoni cristiani noi potremmo rispondere facilmente: il Paradiso! Siamo sicuri di questa risposta?

Il Paradiso è il luogo verso il quale tendiamo perché custodisce in se la relazione che noi cerchiamo. La meta infatti è la comunione piena con il Padre che solo in Gesù possiamo giungere guidati dal fuoco d’amore dello Spirito Santo. Allora si, il Paradiso è la meta in quanto luogo dove vivere nell’unità della Trinità.

Ma come il traguardo è la comunione anche il cammino stesso del pellegrinaggio è chiamato ad essere comunione. Lo conosciamo dalla nostra esperienza di Movimento della preziosità degli amici che il Signore ha messo al nostro fianco come luogo di ristoro, ma anche di incoraggiamento a non fermarci nel camminare con Gesù, per Gesù e in Gesù.

Ma come il traguardo è la comunione anche il cammino stesso del pellegrinaggio è chiamato ad essere comunione. Lo conosciamo dalla nostra esperienza di Movimento della preziosità degli amici che il Signore ha messo al nostro fianco come luogo di ristoro, ma anche di incoraggiamento a non fermarci nel camminare con Gesù, per Gesù e in Gesù.

Quest’anno Giubilare, diventi per noi un vero anno di grazia nel quale fare memoria dei doni ricevuti per viverli nella bella e gravosa responsabilità di coloro a cui è stato dato tanto. Nella speranza nella quale siamo stati salvati, non dobbiamo aver paura della fatica di scuotere le coscienze, le nostre coscienze, perché le famiglie e le comunità siano una reale irradiazione della Risurrezione di Cristo in quel carisma che il Signore ci ha donato attraverso mons. Pietro Margini.

Il pellegrinaggio sia per noi un vivere la misura alta della vita cristiana, tenendo acceso il fuoco luminoso e il calore nel quale siamo stati generati all’amore e dove ancora tanti possono essere generati alla vita in Cristo.

Il pellegrinaggio e i vari pellegrinaggi che faremo alla Porta Santa, ci aiutino a tornare all’essenziale della nostra chiamata perchè solo vivendo nello Spirito che santifica, nella radicalità della nostra vocazione potremo, attraverso Gesù entrare nella comunione piena con il Padre.

don Antonio Marini

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