Omelia 11 Ottobre 2020, don Benedetto Usai

Omelia XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, 11 Ottobre 2020

“Gli disse: Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti”

Siete diventati nuova creatura, e vi siete rivestiti di Cristo. Questa veste bianca sia segno della vostra nuova dignità: aiutati dalle parole e dall’esempio dei vostri cari, portatela senza macchia per la vita eterna.
Il giorno del nostro battesimo, abbiamo ricevuto questa vestina bianca, che i nostri cari ci hanno dolcemente fatto indossare. Da quel giorno siamo stati rivestiti di Cristo, la sua Vita è diventata la nostra vita, che ci è stata donata per partecipare alla sua festa di nozze. Non è stata una nostra conquista ma il regalo più prezioso che abbiamo ricevuto, e che il Padre ci ha fatto perché cominciassimo a guardare con i suoi occhi e a vivere con il suo stesso cuore. Sono gli occhi di un Figlio, amato, è il cuore di un Figlio, prediletto, venuto nel mondo a ripeterci che siamo i più attesi nella casa del Padre e i più desiderati a raccogliere la pace delle sue amorevoli confidenze. Siamo infatti stati eletti a partecipare al banchetto imbandito per tutta l’umanità per portare a ciascuno un annuncio di vita e di salvezza: Io ti amo molto. ‘Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai (Is 48,15). Cosa sarebbe la nostra vita se di fronte ad una parola come questa, ci voltassimo dall’altra parte, preoccupati come spesso siamo di tornare ai nostri affari? Non c’è niente che valga di più, niente, perché con Lui tutto è possibile. Confidiamo in Lui, continuiamo ad indossare quella veste, e non dimentichiamocela nell’armadio.

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