Omelia 26 Luglio 2020, XVII Domenica del tempo ordinario, don Benedetto Usai

Omelia XVII Domenica del Tempo Ordinario, 26 Luglio 2020

O Padre, fonte di sapienza, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono.

Qualche giorno fa, a tarda sera, sono stato a passeggiare nelle campagne di Albinea. Mi sono fermato su una panchina, al buio, e mi si è presentato davanti agli occhi uno spettacolo di colori visibile solo a quell’ora della giornata. Mi ha colpito molto il contrasto che c’era tra la luce forte che proveniva dalla città in lontananza e quella splendente e quasi nascosta della luna, che non sarei stato in grado di apprezzare se fossi stato tra le vie del centro di Reggio. Come quando, da un rifugio in alta montagna al crepuscolo del sole, si può ammirare la distesa infinita di stelle che riempiono il cielo.
Se desideriamo apprezzare ‘il valore inestimabile del suo regno’ che cresce dentro alla nostra vita, prendiamo a modello la luna, che può risplendere solo grazie alla luce del sole. È bella perché sta al suo posto, e’ contenta di chiamarsi luna, e non pretende di essere altro. ‘Ti concedo un cuore saggio e intelligente’ risponde il Signore a Salomone che gli aveva domandato ‘Un cuore docile’. È saggio, intelligente e umile chi sta’ al suo posto, non pretende di essere Dio, né tanto meno di illuminare la città. Gesù Cristo è il tesoro e la perla della nostra vita, e anche di quella di tanti, solo se non crediamo di esserlo noi. Quale metodo adotta per incontrarci e convertire il nostro cuore? Ci cerca nel buio della notte, dove non può vedere in faccia, ma Lo si riconosce poi dalla luce che riflettiamo. E’ la luce della Sua nuova Umanità a cui tutti siamo destinati ‘… poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo’… che rende credibile a noi e a coloro che incontriamo la fede che professiamo. ‘Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri’ (Fil 4,9). Consegnamogli il ‘buio’ che ci abita, vendiamo il campo che ci appartiene, la pasta informe che ancora siamo, e permettiamo a Lui di renderlo bello come il Suo.

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