Omelia Santo Natale 2019, don Benedetto Usai

Omelia di Natale 2019

O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.

Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?’ 13Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”. (Gen 3,1.3). Chi ti ha fatto credere che sarai solo fino alla morte? Sei proprio convinto che sono venuto per rovinarti? “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!’ (Mc 1,24-25).

Gesù impasta le sue mani dentro alla nostra umanità inferma, per ridare forma al nostro cuore che sempre cerca relazione, e ricreare in noi l’immagine di figli che abbiano sospeso. Ci siamo separati dal Creatore di tutte le cose e ci muoviamo a tentoni nella notte più oscura, Lo abbiamo sostituito con un idolo di metallo fuso che dentro alla tempesta si frantuma in ammassi di polvere, ‘lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece bere agli Israeliti’ (Es 32,20), ci siamo illusi che la pace che ci attende dipende da noi, poveri mortali, e non dalla fedeltà alla verità che il nostro cuore grida: siamo creati a sua immagine, Gesù è l’unico approdo sicuro verso cui ci dirigiamo, non permettiamo a niente a nessuno di toglierci questa speranza.
Gesù nasce bambino per rinascere adulto nella nostra vita, per condividere la nostra chiamata ad essere figli, e confermarci che credere in Lui è la scelta più moderna dei nostri giorni.

‘Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto’.

Fermiamoci in silenzio, camminiamo sull’abisso della nostra solitudine, e rimaniamo in ascolto del Signore che sussurra, a volte con voce potente, alla nostra coscienza: ‘Io sono venuto per ricrearti’.

Una cara famiglia di amici, che vivono da mesi dentro ad un ospedale pediatrico, in attesa di un trapianto per il loro bimbo, si esprimono così: Siamo testimoni del miracolo della vita, che si fa carne nella tenacia di questi genitori e di questi bambini, che vediamo zampettare per i corridoi dopo avere subito diversi interventi molto invasivi. Non piangono più, sono tornati sereni, viva la vita!
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente.

Una giovane donna, che lavorava come infermiera in una clinica di aborti, offre questa testimonianza «Ecco io ero la persona davanti allo schermo e vedevo tutto, distruggevamo la vita del bambino, della madre, del ginecologo e la mia. Il mio cuore era abbastanza indurito da non sentire e la mia coscienza era addormentata e zittita. La verità è che le mani che vedete qui, e che un tempo si macchiavano di sangue innocente, sono state purificate dal Sangue di Gesù, che trasforma le ferite in una benedizione per tanti.

Una preghiera che mi è stata regalata: Signore donaci la fede di S.Giuseppe, che vada oltre l’evidenza e il bisogno di capire a tutti i costi perché certe cose accadono. Una fede che ti fa buttare ad occhi chiusi tra le braccia del Signore, che lo convoca quando ci sentiamo più soli e ti fa dire ‘Io non capisco tutto ma sono con te, vieni Tu ad abitare la mia vita e la mia morte, donami un cuore capace di riconoscerti nelle vicende liete e tristi della vita’ … perché nulla è impossibile a Dio.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Gesù mi precede sempre nel cammino della vita, si è fermato davanti a noi in attesa che lo abbracciamo.

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