Riuniti per esultare – Omelia don Pietro Margini

Natale del Signore – messa del giorno

Riuniti per esultare

Is 52, 7-10; Eb1, 1-6; Gv 1, 1-18.

E il Verbo si fece carne”: è il grande motivo per cui oggi siamo riuniti, siamo riuniti per esultare, per gioire. Il Natale è essenzialmente una festa di gioia, una pausa per gioire, una pausa per ringraziare Dio, una pausa per realizzare in profondità il nostro spirito cristiano.

Il Verbo si fece carne”: l’uomo allora non è più solo, l’umanità non ha più gli orizzonti chiusi, basta ricevere Lui, basta credere in Lui, basta trovare i motivi di vita nella sua Parola. Oh, sì! La gioia cristiana è gioia che non è fondata su vaghi sentimenti ma su una realtà meravigliosa: Dio si è fatto uno di noi; l’Onnipotente ha vestito la nostra carne mortale e per amore ha voluto restare sempre, sempre.

È venuto una volta, non è partito mai; noi lo abbiamo sempre nel Mistero Eucaristico, abbiamo il suo Corpo e il suo Sangue e sempre abbiamo la sua Parola, che è tanto potente quanto gioiosa. Noi abbiamo Gesù con noi ed ecco che, su questo tema, dobbiamo indirizzare tutte le nostre speranze. Un cristiano non si sente schiacciato dal destino, non sente di essere una pedina nel caos. Il cristiano sa di essere amato dall’Onnipotente, di essere nella sua provvidenza, nella sua carità, di essere per potere raggiungere la meta suprema che è la gloria, che è la gioia dell’eternità.

È venuto una volta, non è partito mai; noi lo abbiamo sempre nel Mistero Eucaristico, abbiamo il suo Corpo e il suo Sangue e sempre abbiamo la sua Parola, che è tanto potente quanto gioiosa. Noi abbiamo Gesù con noi ed ecco che, su questo tema, dobbiamo indirizzare tutte le nostre speranze. Un cristiano non si sente schiacciato dal destino, non sente di essere una pedina nel caos.

Oh, allarghiamo il nostro cuore! Allarghiamolo e benediciamo il Signore! Benediciamolo, lodiamolo, ringraziamolo che è sempre con noi e cerchiamo di renderci degni delle sue grazie, e cerchiamo di renderci sensibili alla sua provvidenza, e cerchiamo proprio che questo gaudio cristiano fiorisca in noi, fiorisca cioè in una coscienza retta, in una coscienza vera. Ognuno di noi deve sentire che tanto più è unito a Dio quanto più gli ubbidisce, che la Sua legge è la nostra salvezza.

Bisogna che le coscienze ritrovino sempre il loro equilibrio, la loro chiarezza, il loro indirizzo, che tutte le coscienze amino di più il bene, amino di più la fraternità tra gli uomini, cerchino di buttare via ogni forma egoistica, perché il nostro tormento, il nostro cruccio è proprio nel nostro peccato. Il peccato, che si presenta come un miraggio di felicità, ripete ancora la bugia del demonio. Nel peccato, nell’egoismo non c’è la vera felicità dell’uomo, c’è in Cristo, nella sua legge, nel suo amore.

Vi auguro, per ognuno di voi, una coscienza sempre illuminata e santa, un vero timore di Dio. Vi auguro di realizzate dentro di voi la pace, perché la pace non si acquista fuori, non si acquista gridandola, si acquista unendoci a Dio, amando Dio, vincendo le nostre difettosità. Ognuno più buono, ognuno più generoso, ognuno più aperto: tutti nella grazia di Gesù.

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