Omelia prima messa – don Tommaso Catellani

Prima Lettura

La vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 5,1-7

Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 79 (80)

R. La vigna del Signore è la casa d’Israele.Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli. R.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna. R.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. R.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. R.

Seconda Lettura

Mettete in pratica queste cose e il Dio della pace sarà con voi.Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 4,6-9

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica.
E il Dio della pace sarà con voi!

Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga. (Cfr. Gv 15,16)

Alleluia.

Vangelo

Darà in affitto la vigna ad altri contadini.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!.
Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!.
Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Parola del Signore

Omelia

È facile ritrovare nella parabola del vangelo di oggi la storia della salvezza: dalla creazione fino a Gesù. Ma è altrettanto facile trovare elementi anche della nostra storia personale, la storia di ciascuno di noi.

Guardando a questa vigna, nel nostro cuore nasce subito un pensiero: quanta cura ha il Signore di noi! Dio sceglie un terreno fertile, lo dissoda, lo cinge con una siepe e costruisce una torre per proteggerla, sceglie viti pregiate. C’è una sovrabbondanza di bene seminata nei nostri cuori e nelle nostre vite da un Dio buono. A volte questa sovrabbondanza ci viene oscurata. È oscurata da un grande inganno. Lo stesso inganno che vivono i vignaioli.

I vignaioli della parabola rifiutano i servi inviati dal loro padrone spinti da un desiderio, da una brama profonda: possedere la vigna. Cosa significa possedere la vigna? Significa essere i padroni, significa essere Dio. Questi vignaioli vogliono diventare come Dio! Non dobbiamo pensare subito a questo desiderio come malvagio, perché è un desiderio che abita il cuore di ciascuno di noi. Per quanto possiamo stare bene, in noi abita una mancanza, un vuoto che non è colmabile. Il nostro cuore è stato fatto per le altezze di Dio e non trova pace finché non vi arriva.

Ma dicevamo che c’è un inganno che vivono i vignaioli. L’inganno è cercare di essere come Dio attraverso vie che non sono di Dio. Nella parabola troviamo due modi di agire praticamente opposti. Il primo è quello dei vignaioli che rispondono con una violenza crescente. L’altro è quello del padrone che mostra una pazienza e una donazione sempre maggiore, fino a donare il proprio figlio. Questa seconda è la via di Dio. Chi vuole diventare come lui, chi vuole saziare quel vuoto incolmabile che abita il proprio cuore deve prendere questa via! È la via di chi dona tutto se stesso, con gratuità, con generosità. È la via della vittima sacrificale in dono per il mondo. Qualche tempo fa mi hanno fatto vedere una vignetta: c’era un uomo davanti a Gesù in croce che gli diceva: “Se Dio è onnipotente, perché non ti fa scendere dalla croce?” e Gesù risponde: “Hai sbagliato Dio: il mio ama da morire!” Questa è la via di Dio.

Nello stesso inganno cadono i capi dei sacerdoti e i farisei che stanno ascoltando la parabola. Subito pronunziano contro i vignaioli il giudizio di morte. Non hanno capito come agisce il padrone della vigna. Non hanno capito la logica del dono di Dio. Notiamo che Gesù non pronuncia un giudizio di morte né per i vignaioli né per chi ascolta. Ma profetizza la perdita del Regno, la perdita della vigna. Sì, perché l’unico modo per continuare a lavorare nella vigna è la modalità di Dio.

Nella risposta, Gesù sembra cambiare discorso citando il Salmo 118 (pietra scartata). Una citazione che non pare avere attinenza con la parabola. Per noi diventa chiaro il riferimento alla sua resurrezione. Diventa chiaro anche come deve essere la vita del cristiano se vuole essere come Dio: avere Gesù come pietra angolare, come riferimento. Non vuol dire avere Gesù semplicemente come esempio di vita. Vuol dire vivere della sua stessa vita. Vivere per Cristo, con Cristo e in Cristo, ripieni del suo Spirito, della sua Vita. Una vita che ci è stata donata nel Battesimo e che in ogni sacramento ci viene rinnovata. Una vita che ci spoglia della logica troppo umana che abita i nostri cuori per farci ripieni dell’intelligenza divina.

Anche in questa celebrazione eucaristica vogliano chiedere il dono abbondante della vita divina in noi. Vogliamo fare di Cristo, la pietra rifiutata dal mondo, la nostra pietra angolare, il fondamento che permette a Dio di fare della nostra vita una meraviglia.

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