Omelia II domenica di Pasqua 2019 don Benedetto Usai

Omelia II Domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia, 28-04-2019

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».

Gesù viene mentre le porte erano ancora chiuse ‘per timore dei giudei’. Le porte sono chiuse perché il cuore è ancora chiuso, … ‘Gesù non ha dimostrato niente di diverso e di nuovo rispetto a tanti altri’ pensavano, e fra tutti i sentimenti di questo giorno prevalgono la tristezza e l’amarezza. La risposta che i discepoli di Emmaus hanno dato a Gesù, che si era affiancato loro nel cammino, descrive con chiarezza il motivo del loro stato d’animo: ‘Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele’. È molto difficile mettere in discussione la nostra idea di Gesù, e lasciare a Lui lo spazio necessario per dirci veramente Chi è, così e’ per i discepoli come anche per noi. Spesso ci costruiamo la nostra idea di Lui, ci appoggiamo alla nostra esperienza di fede o di comunità, che pensiamo esaurisca ogni altra possibilità di professarla e di viverla; e può succedere anche a noi che il motivo che anima il nostro servizio arrivi ad essere in fondo quello di fare bella figura, di apparire bravi, o di cercare consensi. Parliamo di Gesù ma senza conoscerlo come dovremmo, lo indichiamo come la Via per essere i più felici ma non siamo credibili, non abbiamo fascino o capacità di attrarre qualcuno: tutto questo senza volere scadere nella presunzione di potere essere tali, ma con la coscienza che se non è Lui a parlare, nessuno viene toccato nel profondo.

‘Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi’.

Gesù continua a sceglierci, ci trova adatti alla missione, a quella che il Padre gli ha dato e che ora consegna anche a noi. Chi sono io per parlare del Padre? Stando ai nostri meriti nessuno, Gesù però ci ha scelto per questo, perché nel nostro niente emerga con evidenza che tutto viene da Lui. Gesù non ci sceglie perché siamo perfetti, al contrario, perché siamo bisognosi.
La Carità non è dei forti ma dei deboli, di coloro che hanno perso e si sono lasciati travolgere come un fiume in piena dalla Misericordia del Padre, toccando con mano che la Vita che porta in Se’ può colmare e sanare tutto anche le ‘montagne’; san Tommaso ha voluto mettere la mano dentro alla ferite di Gesù, e ha creduto perché non ha ritrovato la morte ma ha respirato la Vita. Se vogliamo diventare Lui e addottare i suoi stessi sentimenti, consegniamogli le nostre morti, le infedeltà, delusioni, sconfitte, e permettiamogli di farci risorgere con Lui a vita nuova. Verifichiamo nelle nostre relazioni la potenza della sua Risurrezione, scegliendo a conferma di questo l’ultimo posto, perché al primo si accomodano gli altri. ‘Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù’ (Fil 2, 2-5).

Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati.

Celebriamo la Domenica della Divina Misericordia, indetta da san Giovanni Paolo 2 nell’anno 2000, facendo eco per la Chiesa tutta alla rivelazioni mistiche date a Santa Faustina Kowalska. Il Padre consegna alla sua Chiesa una missione di salvezza, perché ogni uomo sia toccato dall’abisso della sua Bonta’ e riparta con fede e audacia nel cammino della vita e dell’amore autentico. ‘La canonizzazione di Suor Faustina ha un’eloquenza particolare: mediante questo atto intendo oggi trasmettere questo messaggio al nuovo millennio. Lo trasmetto a tutti gli uomini perché imparino a conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il vero volto dei fratelli…Non è facile, infatti, amare di un amore profondo, fatto di autentico dono di sé. Questo amore si apprende solo alla scuola di Dio, al calore della sua carità. Fissando lo sguardo su di Lui, sintonizzandoci col suo cuore di Padre, diventiamo capaci di guardare ai fratelli con occhi nuovi, in atteggiamento di gratuità e di condivisione, di generosità e di perdono. Tutto questo è misericordia’ (San Giovanni Paolo 2, Omelia per la canonizzazione di Santa Faustina Kowalska, 30-04-2000). Tutto questo è lo Spirito.

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