Dare volentieri tutto – Omelia don Pietro Margini

Omelia XXIII Domenica del Tempo Ordinario

Dare volentieri tutto

Ez 33, 7-9; Rm 13, 8-10; Mt 18, 15-20

Siamo interpellati dalla Parola di Dio sull’essenza stessa della Chiesa. La Chiesa è comunione, la Chiesa è carità. L’itinerario a Dio non è il cammino solitario di uno verso l’infinito. L’itinerario vero è essere in comunione con i fratelli, è realizzare la Chiesa, è sentire la grandezza di essere insieme, perché non è solo nel momento solenne della Liturgia che il Signore Gesù è in mezzo a noi, è sempre in mezzo a noi. Il suo essere in mezzo a noi è la sostanza dell’essere Chiesa.

Si capisce allora come l’efficienza e la potenza della Chiesa non sta nella sua organizzazione o nel suo potere gerarchico, sta piuttosto nella sua capacità di preghiera. “Se voi – dice il Signore – vi accorderete, qualunque cosa il Padre ve la concederà” (Mt 18, 19), qualunque cosa! La potenza sta qui: nella nostra carità fraterna e nella nostra unione con la Chiesa. Sta nell’essere in un solo cuore concordi, nello scegliere, nel giudicare, nel respingere. La nostra comunione deve essere perciò perseguita con tutte le nostre forze.

Noi dobbiamo essere nella carità e sempre la Parola di Dio ci rimprovera: “Chi ama – abbiamo ascoltato l’apostolo – ha adempiuto la legge” (Rm 13, 8). “L’amore non fa nessun male al prossimo. Il compimento, la pienezza della legge è l’amore” (Rm 13, 10). Dobbiamo stare bene attenti a non riempirci la bocca di parole ma ad attuare nella pratica, costantemente, questa nostra carità.

La carità parte allora dalla preghiera, la preghiera che è apertura a Dio, adempimento della sua volontà, la preghiera che è ascolto generoso e docile, la preghiera che è veramente l’unione perfetta col Padre attraverso Gesù: Gesù ci unisce, Gesù prega in noi, prega in mezzo a noi. Gesù accoglie la nostra voce e la trasforma nella sua misericordia. Bisogna che partiamo dalla preghiera e particolarmente dalla preghiera che è Liturgia, la preghiera che è vera capacità di accogliere la voce di tutti, la voce di tutto il mondo, perché dobbiamo con Cristo essere ambasciatori davanti a Dio; ambasciatori, dobbiamo raccogliere la sua volontà, esprimere la nostra richiesta.

Dalla preghiera realizzeremo le opere, le opere di misericordia: il perdonare, lo scusare, il non criticare, il non alzarci sopra agli altri, perché la superbia ci fa spesso sentire una sbagliata superiorità. La superbia ci dona quello stato euforico, errato, quello stato per cui automaticamente ci mettiamo sopra agli altri: noi abbiamo la verità, gli altri non l’hanno; noi usiamo la carità, gli altri non la usano, gli altri non acconsentono. e così ci poniamo in una posizione completamente sbagliata.

La comunione richiede l’adempimento del precetto: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22, 39). L’adempimento della legge è un adempimento di amore e l’amore ci porta a tanta generosità, a tanta umiltà, a tanto spirito di servizio. Servire per amore, compiere tante opere nell’amore, realizzare in una carità costruita nelle piccole cose come nelle grandi, una carità costruita, cioè posta, azione per azione, momento per momento, per l’edificazione del Regno di Dio.

Quando allora cerchiamo la virtù perché è la virtù di Gesù, la cerchiamo perché la virtù è il buon esempio, non per la nostra gloria ma per il regno di Dio, ecco allora noi entriamo in una pienezza di amore, noi sentiamo che essere Chiesa è lavorare insieme, impegnarci insieme, è dare insieme, è scambiarci i doni generosamente, è realizzare in una grande generosità, è realizzare in una grande dimenticanza di sé, che porta come primo piano il piano universale dell’amore di Dio, dell’adempimento della sua volontà, porta cioè alla vera Chiesa, che è un fatto esteriore, ma è soprattutto un fatto interiore, un clima profondo di carità, di scambio nello Spirito Santo.

Ecco allora, la conclusione della nostra riflessione sarà proprio qui: “Chi ama ha adempiuto la legge”. Guardiamo di amare molto, perché non si può amare al condizionale, non si può amare solo in parte. Chi ama adempie la legge, perché dà tutto e dà volentieri tutto.

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