Venticinquesimo anniversario di ordinazione sacerdotale – omelia di don Giuseppe Iotti

Martedì Xa sett. del Tempo Ordinario – 25° anniversario Ordinazione Sacerdotale 10 giugno 2025

2Cor 1,18-22; Mt 5,13-16
È bello riconoscere come la parola di Dio si rivolge a noi sempre in modo puntuale, soprattutto nella liturgia, perché sgorga in ogni momento dal cuore di Dio Padre, quel cuore che più di tutti ci ama, ci conosce e sa il nostro bene.
A Lui nulla è nascosto e per questo anche se quello che dice può risultare un po’ scomodo, lo è perché ci chiama a un di più, a una misura più alta di vita che ci vuole preparare e donare.
Le parole del Vangelo di oggi sono molto esigenti e piene di forza: «Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo…».
Quella del Signore non è una richiesta ma la messa in luce di una verità: ci è affidata una responsabilità fondamentale. Il Signore ci chiama a vivere la sua stessa vita perché questa possa continuare a diffondersi e a offrirsi a tanti. Nella sua onnipotenza e grandezza, Dio sceglie di dipendere da noi, dalla nostra libertà e disponibilità, perché la sua vita sia credibile. Il gusto per le cose di Dio, la bellezza della vita in Lui, la luce della verità sulla vita di ogni persona, passano attraverso il nostro “sì”.
È una responsabilità enorme ma che non può e non deve diventare schiacciante, perché in verità nella misura in cui la viviamo e ci rendiamo disponibili rende la nostra vita preziosa e bella.
Non ci è chiesto di fare cose straordinarie, ma di vivere veramente il nostro battesimo immersi nell’amore di Dio, di lasciare spazio all’amore del Signore che rende una cosa sola nel matrimonio e che si dona senza misura nella consacrazione a Lui, di essere amici fino a dare la vita, di vivere quello che ci è affidato e chiesto nella quotidianità come lo farebbe il Signore. Allora la nostra vita diventa luminosa e affascinante, ricca di gusto e desiderabile. Quando non è così invece diventa piatta, insignificante, vuota e pesante. Non dobbiamo avere paura di fare fatica e di perdere la nostra vita per il Signore, dobbiamo temere di perdere la Vita di Dio, ora e per sempre, perché troppo attaccati alla nostra e a noi stessi.
È fortissima la testimonianza di San Paolo nella prima lettura: “Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no»”. In questi 25 anni di sacerdozio io so di non potere dire di me quello che San Paolo afferma della sua testimonianza, però so di poter essere riconoscente insieme a lui al Signore e a ciascuno di voi di quello che dice subito dopo.
Riconosco che quanto c’è di bello nella mia vita e nella mia vocazione viene dal Signore Gesù che sceglie ciascuno di noi per collaborare al suo progetto d’Amore e vivere la sua stessa Vita; che rimane sempre fedele e rinnova ogni giorno la sua promessa; che nella sua misericordia, che viene a noi nei sacramenti, nella vita della Chiesa e nell’amore dei fratelli, ci solleva e fa nuovi, ci rende destinatari e strumenti della sua grazia.
Oggi siamo qui, e vi ringrazio di esserlo insieme a me, per riconoscere soprattutto questo: anche quando sorge qualche dubbio, si vacilla e si fa un passo indietro, anche quando nella nostra vita ci sono momenti di infedeltà o cadute, il Signore non viene meno, nel suo “sì” ha sempre posto una certezza a cui tornare e su cui fare affidamento: “Il Figlio di Dio, Gesù Cristo… non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria”.
A Dio, a ciascuno di voi e a tutte le persone che ho avuto la grazia di incontrare nel mio ministero chiedo perdono per quando le mie miserie e le mie piccolezze sono state di ostacolo, soprattutto all’opera di Dio. Ringrazio infinitamente Lui e voi tutti per la misericordia e la pazienza che mi avete usato e che mi hanno custodito. Ancor più rendo grazie al Signore per la sua fedeltà alla parola che pronuncia sulla mia vita e su quella di ciascuno di noi, quella parola che realizza ciò che dice e promette, e perché oggi con ancor maggior consapevolezza mi dona e ci dona di sostenerci a vicenda per poter dire insieme “il nostro «Amen» per la sua gloria”.
Noi sappiamo che le promesse di Dio si compiono: ce lo testimoniano la storia della salvezza, gli apostoli, i santi e tanti amici che ci hanno preceduto nella vita della Chiesa. Non abbiamo motivo per dubitare che il Signore possa portare a compimento quello che ha iniziato: “È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori”.
Alla Sacra Famiglia, all’intercessione di Maria Santissima e di San Giuseppe, affido nuovamente la mia vita e la mia vocazione e quelle di tutti: ci custodiscano nella volontà di Dio e ci guidino nella fiducia che il Signore ci chiede tanto, ci chiede tutto, perché ci vuole dare tutto di sé.

Prossimi appuntamenti

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