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Amici in Cristo Gesú: Marco Reggiani saluta il Movimento e lancia il tema dell’anno

In occasione del Lunedí al Monte del 21 Giugno, Marco Reggiani, neo eletto Responsabile della Comunitá Familiaris Consortio, ha espresso un saluto e un ringraziamento al Movimento, e lanciato il tema del prossimo anno: “Amici in Cristo Gesú”. Riportiamo il suo discorso integrale.


Cari amici,

Vorrei iniziare con un ringraziamento perché nel corso di quest’anno, e particolarmente negli ultimi mesi, abbiamo sentito molto la vicinanza e l’amicizia delle persone che in tanti modi ci hanno mostrato affetto, stima e desiderio di costruire il futuro insieme.

Gran parte del merito va a Stefano Zanni e a don Andrea Pattuelli, che non solo hanno guidato la transizione senza intoppi, ma sono riusciti a fare in modo che fosse un momento di maturazione e di condivisione, e quindi di comunione.

Ringrazio anche tutti i candidati al consiglio, gli eletti e soprattutto i non eletti. Candidarsi è sempre anche un esercizio di umiltà, oltre che di grande generosità. La qualità dei candidati ha reso difficile la scelta alle comunità. Grazie!

Ringrazio i consiglieri eletti per la loro disponibilità.
Ad oggi i componenti del Consiglio della Comunità Familiaris Consortio (oltre a me e a don Pietro Adani) sono i seguenti: Simonazzi Fausto, Zoppi Corrado, Masini Cristina, Riboldi Giorgia, Rabitti Mauro, Don Sergio Billi, Pietro Ferrari.

Mancano le figure di nomina: sono a buon punto ma non tanto da potervele comunicare già da stasera. Nei prossimi giorni scioglieremo le riserve. Fin d’ora vi posso dire che ho tenuto conto anche dell’esito del voto.

Dove andrà il Movimento nei prossimi cinque anni? Che cosa farà, quali iniziative prenderà?
Ovviamente oggi non so rispondere a queste domande. So che i consiglieri eletti, insieme a don Pietro e don Andrea, hanno ragionato anche di questo nei giorni dell’elezione del Responsabile, e da stasera inizieremo proprio da qui a condividere le idee.

Come ci ha ricordato la liturgia, siamo in una condizione di perenne pellegrinaggio: “Vattene dalla tua terra … verso la terra che io ti indicherò” (cfr. Gen 12,1), dice Jahvè ad Abramo, e dice Dio oggi a ciascuno di noi, ad ogni piccola comunità, al Movimento stesso.

È evidente a tutti che più ci allontaniamo – in senso cronologico – dalle nostre origini, dalla terra dei Padri, più diventa delicato e pressante il compito di discernere ciò che è essenziale della nostra esperienza, rispetto a ciò che è funzionale, strumentale e contingente. Compito ancora più complicato in un’epoca, quale è la nostra, che fa del cambiamento – della “liquidità” – la sua cifra di riferimento.
Come essere fedeli alla vocazione in queste condizioni? Suggerisco due piste di riflessione.

La certezza di fede che siamo destinatari di una Promessa, e che è Dio a guidare la storia, non siamo noi. Tutti insieme, come Movimento, dobbiamo essere capaci di lasciarci cullare, trascinare dalla fantasia dello Spirito, che come “il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va” (cfr. Gv 3,8).

La nostra stella polare è rappresentata dall’unico “comandamento” che ci ha lasciato don Pietro, che risuona nitido in tutto il suo ministero, e perentorio per ben quattro volte nel suo Testamento alle comunità: state uniti!

Il tema dell’anno che abbiamo scelto ci aiuta a proseguire il nostro cammino proprio a partire da questo comando. È parte del testo di una canzone che scrisse lo stesso don Pietro Margini e che fu poi musicata da Guido Alessandri:

Amici in Cristo Gesú

Se vi dovessero chiedere “Chi sono quelli del Movimento Familiaris Consortio? Cosa fanno?” e aveste soltanto un secondo per rispondere, potete rispondere così: “Amici in Cristo Gesú”.

Poi vengono le distinzioni, le spiegazioni, gli statuti, le postille e i progetti, ma nella sostanza è qui che dobbiamo “stare”.

Il sottotitolo è una frase di uno scrittore (Renè Bazin) che don Pietro si era appuntato insieme ad altre, qualcuna anche divertente, e che potete trovare nel Quaderno n.8:

Ciò che commuove di più gli uomini è l’amicizia per le loro anime

Questa frase aggiunge al tema dell’anno che ogni carisma è un dono, un dono di Dio da donare agli altri. Non smettiamo mai di meravigliarci della grazia così abbondante!

Concludo con un ultimo ringraziamento.

Non è senza timore che ho accettato l’incarico che mi è stato chiesto. Ma l’ho accettato consapevole di avere ereditato, per usare la terminologia paolina, un corpo sano, cioè una Comunità, un Movimento pieno di vigore, con radici solide, certo non perfetto ma ricco della grazia di Dio. Questa sicurezza la dobbiamo a Dio che ha illuminato la strada e ci ha condotto fin qui, e a Romano e a don Luca, strumenti nelle sue mani, che con energia e prudenza ci hanno guidato per tanti anni.

In continuità con il loro servizio proseguiamo con fiducia il nostro cammino, certi della materna intercessione di Maria, Madre della Comunità, e del sostegno e dell’aiuto di don Pietro che, lo sappiamo perché lo ha promesso, continua dal cielo a fare del bene con noi.

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