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Cronache Malgasce – Nicola ci racconta “la strada”

di Nicola Maiocco

LA STRADA

Dopo una decina di giorni in Madagascar alcune cose sembrano già abbastanza chiare e incontrovertibili, senza che siano necessarie ulteriori conferme.

Tra queste, una assolutamente evidente é la strada.

In Madagascar la strada fa rima con vita; spesso coincidono: si vive per strada, si vive di strada. Le case – termine che per gran parte dei casi indica piuttosto uno spazio fortunosamente delimitato da pareti di legno o muretti di mattoni rossi miracolosamente posti uno sull’altro, ricoperto da pali di legno e fascine di foglie, una lamiera quando va meglio – le case, dicevamo, servono principalmente per il ricovero notturno.

I bimbetti giocano e mangiano (di rado) lungo il bordo della strada. Lungo il bordo della strada, si sistemano i piccoli banchetti con la propria mercanzia: frutta, riso, pane, dolci. Lungo il bordo della strada spesso viene disteso sui teloni il riso, appena raccolto, ad asciugare. Ai lati della strada fervono le attività degli esercizi commerciali di autolavaggio, meccanico, riparazione biciclette. Non raramente le medesime attività si estendono fino a metà dell’unica carreggiata esistente!!!

In Madagascar la strada fa rima con vita; spesso coincidono: si vive per strada, si vive di strada. Le case – termine che per gran parte dei casi indica piuttosto uno spazio fortunosamente delimitato da pareti di legno o muretti di mattoni rossi miracolosamente posti uno sull’altro, ricoperto da pali di legno e fascine di foglie, una lamiera quando va meglio – le case, dicevamo, servono principalmente per il ricovero notturno.

E in questa stessa metá carreggiata sfrecciano (ehm) gli innumerevoli taxi del luogo (per lo più un carretto attaccato al retro di una bicicletta) ma anche a trazione umana, a piedi scalzi; a doppio o triplo addetto quando il carretto deve trainare carichi pesanti (travi o paletti di legno, materiali edili ecc).

Quando poi si é sfacciatamente fortunati viene in soccorso lo zebú, che Mauro sostiene abbia sviluppato la sua tipica gobba anteriore proprio per adattarsi esattamente al giogo a cui viene assicurato. Io sono propenso a dargli ragione!

Sulla strada, infine, viaggiano anche le auto, le biciclette, le moto e i camion. Tutti, indicativamente, per il medesimo senso di marcia e nella propria metà carreggiata … salvo in prossimità di una buca: in tal caso le cose assumono contorni e limiti molto sfumati e incerti. Anche perché le buche, le cui dimensioni e profondità hanno valori interessanti per gli speleologi, non rappresentano l’eccezione alla regola, tutt’altro; anche se ci dicono che negli ultimi anni le cose sono sensibilmente migliorate.

La strada sembra essere anche uno dei più grossi problemi e ostacoli sulla via dello sviluppo economico sociale e culturale del Paese. Il sistema dei trasporti può contare essenzialmente su di un unico asse vario di collegamento tra nord e sud dell’isola, e appena qualche tratto in più tra est e ovest, ma concentrati per lo più nel nord turistico e commerciale.

Facile intuire che tale situazione condizionerà ancora per lunghi decenni ogni processo di sviluppo e di crescita.

La strada diventa poi un’idea astratta quando ci inoltriamo verso i villaggi della campagna. La pista di terra rossa si snoda tra le risaie onnipresenti, alberi di mango, palme da cocco in un intrico di vegetazione da cui inopinatamente possono palesarsi, indifferentemente, giovanissimi pastori di zebù, una baracchina di vendita ananas, un bimbo con un fratello sulle spalle un carretto da trasporto erba, donne col cesto di carbone in equilibrio perfetto sulla testa.

Tutto ciò apparentemente proveniente e destinato da e verso il … nulla!!!

E allora ti viene da pensare che forse nemmeno la strada è un concetto così chiaro, in Madagascar!

Prossimi appuntamenti

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