Il desiderio di pensare a un percorso per i nostri over 65 è nato nel 2018, quando con alcuni sanitari -accompagnati da don Antonio Marini – abbiamo iniziato a riflettere sul desiderio di essere vicini a genitori, nonni e parenti con un grande senso di gratitudine per tutto ciò che hanno fatto e che noi avevamo ricevuto da loro. Attraverso l’ascolto della realtà che ci circonda e che viviamo, abbiamo preso atto del passare degli anni e del conseguente invecchiamento di quelli della “prima ora”: per tutto ciò che hanno donato nella loro vita, perché́ “l’ideale del movimento non può cadere”, meritano un’attenzione e un affetto particolari. Dallo sguardo verso i nostri anziani è nata una domanda semplice: come accompagnarli? Come far sì che possano continuare a vivere l’ideale di comunione che hanno scelto anche in questa stagione della vita? Come vivere la reciprocità tra le vocazioni e anche lo scambio tra le generazioni tipici del nostro movimento?
In riferimento a quest’ultimo quesito è interessante ciò̀ che dice la Familiaris Consortio al n°27: «Quanti bambini hanno trovato comprensione e amore negli occhi, nelle parole e nelle carezza degli anziani! E quante persone anziane hanno volentieri sottoscritto le ispirate parole bibliche che «corona dei vecchi sono i figli dei figli» (Pr 17,6)». La nostra riflessione è stata guidata dal senso di riconoscenza verso i genitori e dal il desiderio di rispondere cristianamente al IV comandamento del decalogo: “Onora tuo padre e tua madre”. Onorare i nostri genitori di carne, ma anche di fede, che ci hanno trasmesso il tesoro delle loro conoscenze: una via di salvezza e di santità̀ nell’amicizia con Cristo e nella vita comunitaria. Sentiamo come un onore, dopo che loro hanno fatto tanto per noi, fare anche noi qualcosa per loro. L’anziano non è soltanto qualcuno che si trova nella posizione di ricevere, ma può ancora edificare ed educare con la sua sola presenza. Inoltre, è fondamentale formare e diffondere un pensiero e una cultura della vita.
Gli incontri tra gli operatori sanitari e don Antonio sono serviti per creare uno spazio e un luogo dove poter lavorare, conoscere e approfondire il pensiero della Chiesa sull’argomento. Di fronte alla cultura della morte, che giustifica i delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale, ci è stato chiesto di promuovere un pensiero diverso: il pensiero del Vangelo della vita. E’ stata l’occasione per formare le nostre coscienze e riaffermare il valore della vita umana e della sua inviolabilità̀, accogliendo l’invito che san Giovanni Paolo II lancia nell’Evangelium Vitae, quando al numero 5 dice: «in nome di Dio: rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana!» La nostra riflessione è partita dal concetto di dignità̀ della persona. Cosa o chi stabilisce se una vita è degna o no? Lo riscontriamo nella “battaglia” che si sta portando avanti sull’eutanasia, che Evangelium vitae, al numero 65 dice essere «grave violazione alla legge di Dio, in quanto uccisione deliberata e moralmente inaccettabile di una persona umana». Per la cultura di oggi, se non hai determinati requisiti non sei degno di vivere. La vita è degna non in quanto tale, ma in quanto la società̀, la massa, il gruppo – in modo democratico – stabiliscono se tu sia degno o meno di vivere.
Sulla scia di queste riflessioni abbiamo provato a fare qualcosa di concreto, in collaborazione con il Liceo San Gregorio Magno. Dopo due anni difficoltosi di pandemia abbiamo pensato a quanto benefico potesse essere per i nostri anziani incontrarsi, in semplicità e amicizia, combinando cultura e spiritualità. È per questo motivo che gli incontri si incentrano su tematiche culturali alternate a tematiche spirituali. Inoltre, ritagliamo in ogni incontro un momento per ascoltare le tante attività che vivono i nostri giovani proprio per valorizzare la circolarità tra le generazioni. E forse nemmeno noi immaginavamo quanto faccia bene agli anziani incontrare i giovani ma anche ai giovani conoscere gli anziani!
Certamente il nostro “gruppo di lavoro” doveva avere ben radicato un diverso punto di partenza sulla dignità̀ della vita delle persone, che siano bambini, adulti, anziani, malati: la vita è un dono di Dio. In un suo intervento san Giovanni Paolo II disse: “La vita è un dono di Dio agli uomini creati per amore a sua immagine e somiglianza. Questa comprensione della sacra dignità̀ della persona umana porta a dare valore a tutte le tappe della vita. È una questione di coerenza e di giustizia. È infatti impossibile dar valore veramente alla vita di un anziano se non si dà veramente valore alla vita di un bambino sin dal momento del suo concepimento. Nessuno sa fin dove si potrebbe arrivare se la vita non fosse più̀ rispettata come un bene inalienabile e sacro”. (Giovanni Paolo II, Assemblea mondiale sui problemi dell’invecchiamento, 1982).
Per far sì che la nostra formazione sull’argomento fosse seria e aperta alla realtà nella sua concretezza, abbiamo cercato di rispondere ad alcune domande: di cosa hanno bisogno gli anziani? Dell’affetto dei propri cari come prima medicina. Di cosa hanno bisogno i “nostri” anziani? I nostri anziani hanno bisogno di vivere fino in fondo il carisma e la vocazione che hanno scelto, senza essere abbandonati. Quali sono le principali difficoltà? Gli anziani faticano a vedersi anziani, non si sentono più̀ utili.
Qual è il fine, lo scopo di questa riflessione? Promuovere la “cultura della vita”.
Attraverso un’opera di sensibilizzazione sul valore della vita, ci assumiamo una duplice responsabilità: verso gli anziani, per aiutarli a cogliere il senso della loro vita, nella stagione in cui si trovano; e verso le generazioni future, per preparare un contesto umano, sociale e spirituale nel quale ogni persona possa vivere con dignità̀. (Cfr. Pontificium Consilium pro Laicis, La dignità̀ dell’anziano e la sua missione nella Chiesa e nel mondo, cap 1.)
Sulla scia di queste riflessioni abbiamo provato a fare qualcosa di concreto, in collaborazione con il Liceo San Gregorio Magno. Dopo due anni difficoltosi di pandemia abbiamo pensato a quanto benefico potesse essere per i nostri anziani incontrarsi, in semplicità e amicizia, combinando cultura e spiritualità. È per questo motivo che gli incontri si incentrano su tematiche culturali alternate a tematiche spirituali. Inoltre, ritagliamo in ogni incontro un momento per ascoltare le tante attività che vivono i nostri giovani proprio per valorizzare la circolarità tra le generazioni. E forse nemmeno noi immaginavamo quanto faccia bene agli anziani incontrare i giovani ma anche ai giovani conoscere gli anziani!
Ad oggi l’affluenza è sempre costante. Il clima è disteso e sereno, fraterno, di amicizia. Siamo speranzosi di poter promuovere e favorire un clima di comunione fra tutti coloro che desiderano partecipare.
Don Antonio Marini, Elisabetta Bonaretti
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