Esequie di Attilio Paterlini – Omelia di don Pietro Paterlini

Letture e Omelia nelle Esequie di Attilio Paterlini – 16.10.2020

Letture

Prima Lettura

Noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo, siamo stati fatti eredi; e anche voi avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo.Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 1,11-14

Fratelli, in Cristo siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)

R. Beato il popolo scelto dal Signore.Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. R.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. (Sal 32,22)

Alleluia.

Vangelo

Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,1-7

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Parola del Signore

Omelia di don Pietro Paterlini

‘La nostra eredità è il Paradiso. Vedremo il volto di Cristo, che sarà la nostra gioia, la nostra beatitudine.’

Questa frase è presa da uno dei tanti biglietti su cui il papà segnava ciò che lo colpiva durante la sua meditazione quotidiana.

Possiamo dire che la persona di Cristo ha ispirato e illuminato tutta la sua vita.

Nella prima lettura san Paolo scrive gli Efesini:

in Cristo siamo stati fatti eredi, predestinati a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo’. La Fede e la speranza cristiana hanno resa lieta la sua esistenza, un’esistenza vissuta nella lode, nella gioia di esser stato amato da Dio e scelto per servirlo.

Educato nello spirito di fede dal suo papà, il nonno Gino, e avendo perso molto presto la sua mamma, è cresciuto in una famiglia unita, in uno stretto legame coi suoi fratelli e sorelle.

Conosciuto e seguito fin da giovane da don Pietro Margini, ha sperimentato la paternità spirituale di un santo sacerdote e grazie anche a Lui, ha scoperto la bellezza della vita cristiana e dell’amicizia in Cristo.

Un’esperienza autentica della paternità, lo ha reso capace sia di farsi guidare, cioè pronto nell’obbedienza, ma anche di farsi obbedire: ricordiamo come su una verga aveva inciso la massima dei Proverbi: ‘il genitore che non usa la verga, non ama i suoi figli’ …quella verga per noi figli è rimasta un ammonimento amorevole sulla necessità di un’autorità che ci conduca, che ci guidi.

Insieme alla sua sposa, Margherita, ha seguito don Margini, per continuare insieme ad altri amici a collaborare al suo ministero e realizzare l’ideale della vita comunitaria tra le famiglie. La nostra famiglia è stato il luogo in cui, grazie al volersi bene dei nostri genitori, abbiamo respirato  come figli la presenza di Dio e la bellezza della comunione.

In questa Parrocchia di Sant’Ilario il papà ha dedicato il suo tempo libero dopo il lavoro, alle opere parrocchiali, come allenatore nella società sportiva, come autista o uomo di casa nelle trasferte dei campeggi, nel servizio domenicale alla diffusione della stampa cattolica. Avendo dei beni ha saputo condividerli in uno spirito di povertà e con ‘regale spensieratezza’, a servizio del regno di Dio. Chiamato al Diaconato per esser segno di Cristo servo, ha esercitato il suo apostolato in una zona del paese, la diaconia di san Rocco, dove attraverso le benedizioni pasquali nella case, si è preso cura delle famiglie, esprimendo vicinanza alle persone, e animando nel mese di maggio il Rosario presso il piccolo Oratorio della diaconia.

Nella prima lettura san Paolo continua scrivendo:

‘In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, 
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo..’:

il papà Attilio ha saputo unire alle opere l’attenzione e l’ascolto dello Spirito Santo, attraverso la fedeltà alla vita di preghiera, sempre insieme alla sua sposa: la sua giornata era scandita dalla liturgia delle ore che recitava con puntualità, dalla meditazione e dalla Messa quotidiana, come anche dalla recita del Rosario. Grazie a questa fedeltà aveva acquisito una bella ricchezza interiore, che ha saputo trasmettere innanzitutto a noi suoi figli, educandoci fin da piccoli al gusto e alla preziosità della preghiera.

Con la decisione di mettere a disposizione il Casone come casa di Esercizi Spirituali è iniziata un’altra esperienza, condivisa con la famiglia di Franco e Sandra e con altri amici, che ha riempito il suo cuore e le sue giornate, impegnando tempo e risorse per favorire il progresso spirituale e la conversione di tante anime.

Negli ultimi 15 anni insieme alla mamma, ha collaborato con il mio ministero nelle Parrocchie di Reggiolo, poi di san Girolamo e Brugneto, dove teneva l’omelia domenicale, e infine a san Martino e nella Parrocchia di Prato di Correggio, nella quale vivendo in Canonica, si è speso nella cura per la Liturgia, nella benedizione delle case e nella comunione agli ammalati. In questo modo ha saputo insieme alla mamma creare nuove amicizie, costruire nuovi legami. Contemporaneamente in questo periodo si son presi cura di noi sacerdoti presenti nella Canonica a san Martino.

Ha vissuto con gioia la sua appartenenza al movimento Familiaris Consortio e la sua vocazione all’amicizia nella piccola comunità di famiglie, condividendo con gli amici preghiera e opere di apostolato, condividendo insieme a loro gioie e fatiche.

  Nel Vangelo di oggi Gesù ci dice:

Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». 

Il papà ha saputo vivere in un coraggioso abbandono a Dio e alla provvidenza in ogni circostanza, testimoniandoci la sua fede nella paternità di Dio. Pronto alla battuta e capace anche di ironia su se stesso, sapeva sdrammatizzare nelle situazioni difficili. Una capacità fondata su una profonda confidenza in Dio.

Nella malattia della mamma e nella sua, pur nella fatica di accettare una croce importante (diceva così di anticipare il Purgatorio), ha saputo però mantenere la preghiera, la confidenza in Dio.

Grazie, Signore, per la testimonianza che abbiamo ricevuto attraverso il papà e attraverso il suo servizio diaconale: aiutaci a rispondere agli inviti del Signore con altrettanta fede, prontezza e generosità.

Ringrazio gli amici della comunità Pentecoste, che lo hanno sostenuto con delicatezza e generosità nel periodo della malattia della mamma. Ringrazio le mie sorelle e mio fratello con le loro famiglie, la zia Sandra e Agnese per come gli sono stati accanto nella lunga malattia. Un grazie particolare a Salli per la sua presenza operosa e discreta. Un grazie agli amici tutti.

‘Abbiamo condiviso tutto e nel sacrificio abbiamo cercato la gloria del regno di Dio.. passerò il mio Paradiso a fare del bene con voi’.

Queste righe del testamento don Pietro Margini rinnovano in noi la certezza che il papà e diacono Attilio, continuerà con prontezza e con gioia a fare del bene insieme agli amici, che ora ha raggiunto in cielo.

Prossimi appuntamenti

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