“Se oggi non sono all’inferno lo devo ad amici fedeli!”
Nell’ Enciclica Spe Salvi leggiamo: “Un primo essenziale luogo di apprendimento della speranza è la preghiera. Se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora. Se non posso più parlare con nessuno, più nessuno invocare, a Dio posso sempre parlare. Se non c’è più nessuno che possa aiutarmi – dove si tratta di una necessità o di un’attesa che supera l’umana capacità di sperare – Egli può aiutarmi. Se sono relegato in estrema solitudine…; ma l’orante non è mai totalmente solo” (SS 32).
È bello sapere che il modo che la Misericordia ha di entrare dentro la nostra vita è dandoci Qualcuno a cui poter ancora dire di noi, Qualcuno che è disposto ancora ad ascoltarci, che non è stanco di noi, a cui possiamo confidare le nostre sofferenze, i nostri errori, le nostre delusioni. Tutto questo possiamo viverlo nella preghiera, che è dialogo, relazione personale con Dio. L’uomo è stato creato come essere in relazione personale con Dio che trova la sua piena realizzazione solamente nell’incontro con il suo Creatore.
È questo incontro con il Signore che viviamo quotidianamente nella preghiera che dà forma alle nostre relazioni, che ci rende capaci, nello Spirito, di camminare insieme e di vivere una vera condivisione di vita.
In questi anni ho avuto la possibilità di gustare in comunità tante volte una semplice preghiera spontanea di ringraziamento, un momento in cui ringraziare insieme il Signore per i suoi doni. Sono stati momenti belli di comunione e di confidenza, in cui in un certo modo abbiamo concretizzato quello che ha scritto San Francesco di Sales: “È bello poter amare sulla terra come si ama in cielo, e imparare a volersi bene in questo mondo come faremo eternamente nell’altro. Non parlo qui del semplice amore di carità, perché quello dobbiamo averlo per tutti gli uomini; parlo dell’amicizia spirituale, nell’ambito della quale, due, tre o più persone si scambiano la devozione, gli affetti spirituali e diventano realmente un solo spirito”.
Pregare insieme è portarsi gli uni gli altri nel cuore di Dio, è affidarsi reciprocamente al Signore e chiedere a Lui che, così come siamo, con i nostri liniti e le nostre povertà, possiamo donare tutta la nostra vita e camminare insieme verso il paradiso. Santa Teresa di Gesù nel “Cammino di perfezione” scrive: «Per quanto mi riguarda, se oggi non sono all’inferno, lo devo, oltre a Dio, ad amici fedeli, alle cui preghiere ebbi sempre cura di raccomandarmi».
don Simone Bartolini
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