Vegliate dunque! Omelia di don Pietro Margini

Omelia Santissima Trinità. Accompagnati  dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.

Is 2, 1-5; Rm 13, 11-14; Mt 24, 37-44

L’Avvento si apre con una parola che riassume tutto: “Vegliate, dunque”(* Mt 24, 42).

C’è la grazia di Dio che incalza, c’è il Signore che vuole compiere in noi la sua opera di misericordia e di amore: noi dobbiamo andare con gioia incontro al Signore. “E’ tempo ormai di svegliarci dal sonno”. Com’è facile questo sonno triste e pesante del nostro peccato, della nostra mediocrità, del nostro immobilismo! Siamo troppe volte fermi, troppe volte ci ripieghiamo su di noi stessi, nel peso del nostro egoismo e della nostra scarsa speranza. Troppo poco speriamo! La virtù della speranza ci deve muovere, la virtù della speranza deve dare un’ala al nostro cammino. E vuol dire, speranza, credere nell’opera del Signore, credere che il Signore vince, che il Signore salva, che il Signore è sempre per noi. Lui viene. Dice san Paolo con un’immagine molto bella: “Il giorno è vicino” (* Rm 13, 12) ed esorta: “Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce”. 

L’Avvento è speranza, l’Avvento è la certezza che il Signore ci ama e che continuamente è per noi la sua opera, la sua opera di misericordia per tutti, la sua opera che dice a tutti che la vita ha un grande significato, che non ci dobbiamo perdere nelle miserie e nelle banalità di ogni giorno, ma che dobbiamo guardare avanti, molto avanti. Dobbiamo guardare con speranza per ogni nostra anima, dobbiamo guardare con speranza per i destini dell’umanità. 

Ricordiamo quel che dice nella prima Lettura il profeta Isaia: “Sì, sono i popoli che andranno verso il Signore” (* Is 2, 3). Allora, è l’esortazione universale: camminiamo nella luce del Signore, cioè crediamo che il Signore dà la sua luce agli uomini di buona volontà, che prepararci al Natale vuol dire rimeditare sulla forza e sulla potenza della redenzione.

Gesù redentore è per tutto il mondo, per tutto il mondo c’è allora una certezza unica, ma suprema: il Signore ama gli uomini, il Signore è per tutti il rifugio, la pace, per tutti! 

Ecco perché dobbiamo accrescere la nostra fede! Ecco perché non ci dobbiamo fermare di fronte ai nostri ostacoli. Dobbiamo nella speranza cambiare tutta la nostra vita, perché non siamo fatti per le cose che passano, siamo fatti per le cose che restano. E i grandi valori sono proprio quelli portati da Gesù, sono l’amore, la pace, sono lo spirito di fraternità, sono la gioia di trovare ogni giorno in Dio il senso dei nostri sacrifici, delle nostre pene, di tutto quello che avviene. In Dio, in Lui! 

Ecco perciò in questo Avvento dobbiamo realizzare maggiore vigilanza, vigilanza su di noi stessi, vigilanza sui nostri sentimenti, vigilanza sulle nostre capacità. E dobbiamo insistere di più sulla preghiera: “Mostraci, o Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza” (* Sal 84, 8). 

Dobbiamo insistere su una preghiera fervida, una preghiera raccolta e grande. Dobbiamo insistere nel fare un orientamento più preciso della nostra vita, perché sia in Dio e con Dio, perché si realizzi così in ognuno di noi stessi il regno di Dio e insieme si realizzi sempre di più nella nostra società, nel mondo. 

Il Signore nel Vangelo ci ha ricordato i giorni di Noè, l’insipienza degli uomini che conducevano una vita di peccato e di indifferenza. Venne il diluvio e inghiotti tutti! Ricordiamo anche noi. Non ci possiamo perdere, non ci possiamo lasciar trascinare, non possiamo condurre una vita come quelli senza fede. Noi sappiamo che il Signore è all’opera e domanda la nostra collaborazione.

Al di sopra di ogni cosa mettiamo perciò la nostra disponibilità alla grazia, a tutta la grazia, all’amore di Dio, a tutto l’amore di Dio.

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